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12/12/2023 |
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Amici e Simpatizzanti di Politica,
gli avvenimenti incalzano e si cerca di stare loro dietro.
A due mesi oggi dal Rave di Re'im, la tregua tra Israele e Hamas, com'era presumibile, è stata rotta e le ostilità sono riprese. Da che mondo è mondo, tutte le proposte di tregua nascono per promuovere da entrambe le parti confliggenti la riflessione, da cui poi possano scaturire operazioni di negoziato per addivenire e riconquistare la pace. Ma ancora, evidentemente le due forze belligeranti non intendono muoversi a tal riguardo. Così come non è in vista niente di tutto ciò nemmeno nell'altro conflitto russo- ucraino, in corso , ormai, da quasi due anni. Al momento, su queste due guerre in atto sorvolo, anche se un rinvio sulla situazione africana, riguardante il Sahel non penso sia da trascurare, onde per cui si propone l'articolo del 6 dicembre, apparso su “Linkiesta” dal titolo “ La Russia in Africa. Mali e Niger, le Giunte golpiste del Sahel cancellano gli accordi con la Francia e accolgono EvKourov”. Il tema che, invece, mi appresto ad affrontare, proponendo una serie di articoli, è stato accantonato da diverso tempo. E mi riferisco al lavoro. Se da un lato, nel mese di novembre sono avvenute mobilitazioni e scioperi generali di varie categorie di lavoratori, dall'altro è di ieri la bagarre in Parlamento tra maggioranza e opposizione. Quest'ultima , come ben si ricorda, si era compattata sulla questione del salario minimo, e ieri ha continuato a mantenersi unita a seguito del ritiro, anzi lo strappo, vero e proprio, della proposta di legge, da parte del primo firmatario di minoranza e leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Di fronte all'atteggiamento del Governo che, in merito, assumerà un ruolo di delega, tale plateale gesto non può che essere condiviso. Come direttivo Gian Paolo Zara ha preso l'impegno di schedare il libro , fresco di stampa ed edito dal Gruppo Abele, dal titolo " Lavorare meno. Se otto ore vi sembrano poche" di Sandro Busso, docente di Sociologia Politica e Politiche sociali , presso l'Università di Torino. L'autore "si occupa di povertà, politiche di sostegno al reddito, governance delle politiche sociali e trasformazioni del terzo settore". Qui si anticipa la tesi portante del testo menzionato, in cui si parla della trasformazione sociale in corso e che va " verso un modello di società in cui il lavoro riveste un ruolo meno centrale, non solo in termini di organizzazione della vita quotidiana e gestione del tempo, ma anche in termini di costruzione delle identità individuali, politiche e sociali"... "Condizione imprescindibile per realizzare questa "rivoluzione" -come si evince dalle pagine- insieme all'emancipazione e al rifiuto del lavoro insostenibile, sono nuove e radicali forme di redistribuzione del reddito". Oltre al libro di Busso, e sempre in tema di lavoro e lavoratori, in questa news si rimanda all'articolo di Roberto Rotunno, pubblicato il 6 dicembre, su "Il Fatto quotidiano", dal titolo "L’Italia non ha imparato dal Covid. Inapp: in caso di pandemia 4 milioni tra inattivi - autonomi e rider, senza protezione". E a proposito di Covid e degli eroi di quei nefasti giorni si riporta l'articolo di Francesco Ognibene "Medici,volontari,educatori.Eroi quotidiani già dimenticati" pubblicato il 5 dicembre su "Avvenire". L'atteggiamento della popolazione nazionale, nei confronti di questi operatori sociali, traspare, indirettamente, anche in ciò che emerge da "Le considerazioni generali del 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2023, pubblicato il 1° dicembre e di cui qui si riporta l'introduzione di 5 pagine, comprendente i 12 punti esaminati. In estrema sintesi, due gli aggettivi indicati e due le parole chiave: molte scie, nessuno sciame. Il nostro, si legge, è un Paese di sonnambuli, con una popolazione, sempre più anziana, piena di preoccupazioni e paure e dove in una "siderale incomunicabilità generazionale va in scena il dissenso senza conflitto dei giovani" che non solo diminuiscono ma assurgono a essere "esuli in fuga". Nell'ultimo anno, infatti, nella fascia 18-34 anni, sono stati 36 mila giovani adulti della Generazione Z a lasciare l'Italia, a conferma dell'aumento del fenomeno della Great Resignation, come risulta anche dall'indagine condotta nell'ambito della ricerca HR Trends&Salary Survey. Tale ricerca è stata realizzata da Randstad Professionals, in collaborazione con l'Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli (ASAG) dell'Università Cattolica di Milano. I cambiamenti che stiamo attraversando si ripercuotono, come ben incominciamo a metabolizzare, anche in tema di Intelligenza Artificiale, onde per cui si invita alla lettura di due altri articoli. Il primo è di Anna Lisa Bonfranceschi " I minuscoli robot viventi fatti di cellule umane", pubblicato il 3 dicembre su Wired.it. Il secondo, di Francesca Cerati, “L’intelligenza artificiale impone una reinvenzione del mestiere del medico“, apparso il 6 dicembre, su “Il Sole 24 Ore “. Dei medici e degli operatori del sistema sanitario in Italia, vorremmo occuparci nell'ormai vicinissimo '24, pertanto chiediamo a quanti ci seguono di volerci dare una mano, nel contribuire a predisporre la griglia operativa, scrivendo a posta@politicaassociazione.it.Vorremmo e ci auguriamo che da questo lavoro preparatorio si possa pervenire a un'iniziativa pubblica.
Infine si riporta il discorso di Gino Cecchettin alla commemorazione funebre della figlia Giulia, del 5 dicembre e un articolo di Vittorio Pelligra, pubblicato il 3 dicembre sul "Sole 24 Ore", dal titolo: "Solo nel tuo riconoscimento trova spazio la mia libertà".
Un caro augurio di Buone Feste.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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29/11/2023 |
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Amici e Simpatizzanti di Politica,
il 25 novembre, nel giorno dedicato a ricordare e combattere la violenza contro le donne certamente si è richiamato l'ultimo efferato femminicidio di cui al momento si discute. Filippo Turetta, ragazzo ventiduenne di buona famiglia ed ex fidanzato di Giulia Cecchettin, invece di suicidarsi, come sembra avesse minacciato di fare se Giulia lo avesse lasciato, ha scelto di ammazzare, infierendo sul suo corpo, la donna. Il dolore, lo strazio che provocano le morti violente, causate da tossiche relazioni, portate al parossismo o causate da guerre intestine, si commenta da sé. La tregua di quattro giorni, raggiunta e annunciata tra Hamas e Israele, con la liberazione di 13 ostaggi in cambio di 39 palestinesi, è un lieve, flebile segno di speranza in una situazione catastrofica. Questa magica parola, speranza, mi riporta inevitabilmente a un uomo, piccolo di statura, che molto la praticò, con spirito evangelico, nel raggiungere e nel ricercare la pace, laddove odio, violenza, armi e guerra erano i vessilli esposti quotidianamente su determinate, martoriate terre. Mi riferisco a Giorgio La Pira, il cristiano siciliano che tanto si adoperò nel mondo, rivestendo il ruolo di "Terzo per la pace". Tale ruolo nel conflitto in atto tra Israele e Hamas, come si legge nell'articolo di Adriano Sofri, dal titolo " Il riconoscimento del successo diplomatico non scalfisce il disprezzo per la doppiezza del Qatar", pubblicato il 22 novembre su "Il Foglio", è stato svolto da uno Stato su cui, per trascorse vicende, si nutrono non pochi dubbi; ma, intanto, è stata proclamata una tregua. Al di là di questi comprensibili dubbi, i più, come me, penso che vorrebbero riporre le speranze su altri/o in grado di rivestire detta funzione. Pietro Polito, direttore del Centro Gobetti, nell'editoriale "Elogio alla terza via", apparso in ottobre, ne parla diffusamente. E' la pace che permette la perpetuazione del mondo. Nel 1968 Giorgio La Pira, probabilmente dopo la guerra dei 6 giorni del 1967 tra Israele e gli Stati Arabi, ebbe a dire: " E questa pace venga tra i figli dello stesso patriarca Abramo. Essa sarà non solo la pace fra i figli di Abramo ma sarà altresì l'arcobaleno che annuncia per sempre, per il mondo intero (...) l'inizio definitivo della nuova età storica del mondo". Che gli anni '60 fossero l'albore di una nuova età a 60 anni di distanza da allora, lo si può tranquillamente confermare, perché, come ha affermato di recente il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti, "la storia va avanti grazie all'emancipazione delle donne che sconvolge la mentalità patriarcale maschile". Galimberti, parlando di Turetta alla trasmissione televisiva " L'aria che tira" ne ha analizzato il comportamento, affermando: "Questo ragazzo, nella sua crescita, non è passato dal livello pulsionale al livello emozionale". Come già diceva Kant " ha continuto il filosofo- il bene e il male potremmo anche non definirli, perché ciascuno li sente naturalmente da sé. Oggi questo non è più vero". Non c'è nei giovani d'oggi, in molti dei giovani d'oggi, alle prese con un disagio esistenziale, crisi d'ansia, paura del futuro, una demarcazione chiara e consapevole dei concetti del bene e del male. Il problema poggia sull'inesistenza del sentire, "sulla mancanza di una chiara comprensione della gravità delle azioni violente e la banalizzazione di tali comportamenti", tutti sintomi di un " disagio più profondo che affligge la società" e che va affrontato. Ed è sempre di questi giorni l'ipotesi di promuovere all'interno delle scuole lezioni di educazione sessuale-affettivo-sentimentale-relazionale. E naturalmente non tutti gli addetti ai lavori concordano, come si evince dalle parole di uno di loro, Giovanni Missaglia, richiamate oltre. Il problema comunque c'è e non lo si può ignorare. Questi poveri giovani, di cui noi siamo madri o nonne, sono immersi in un dolore, più o meno sommerso, che è doveroso far emergere e trattare. La Pira, il cristiano siciliano, il sindaco santo di Firenze, soleva dire "i giovani sono come le rondini, vanno verso la primavera", ma al giorno d'oggi molti di loro nell'incontrare la primavera non si sentono accolti in un benevolo, rassicurante abbraccio. Tutt'altro. E li si vede ammantati di volgarità, diffidenza, lutto e anche cinico egoismo. Che fare? Un breve richiamo è d'obbligo a chi per una vita si è dedicato a loro. Si tratta di Giuseppe Arpioni, conosciuto come Pino. "Figura luminosa del laicato toscano" " dirà di lui Gabriele Pecchioli, presidente dell'Opera, nel corso della celebrazione per i 60 anni della costituzione del villaggio La Vela a Castiglione della Pescaia. Pino Arpioni ha profuso tutte le sue energie e forze affinché il suo "sogno", sostenuto dalle tesi di Giorgio La Pira, di cui era collaboratore e amico, divenisse realtà. Provato dagli orrori della guerra, al suo ritorno dalla Germania si prodigò per attivare villaggi e campi scuola di formazione, presenti in Toscana e altrove, tutti facenti parte di "Opera per la Gioventù" che alla morte del professore diventò "Opera per la Gioventù Giorgio La Pira". I campi scuola permettono, ormai prossimi i settant'anni, a "italiani, israeliani, palestinesi, russi, africani e di altre nazionalità, cristiani, cattolici ed ortodossi, ebrei e musulmani (di ritrovarsi) per un'esperienza che vede giovani universitari e lavoratori vivere insieme e immaginare la pace possibile" (Fonte: Il giunco.net il quotidiano della Maremma). Concludo nel comunicare due iniziative. La prima, un piccolo seme di accompagnamento delle nuove generazioni verso valori e principi che dispongano alla pace e al benessere, si terrà il 30 novembre nel paese che ha dato i natali a Giorgio La Pira. E' la presentazione del libro di Piero Antonio Carnemolla e Grazia Dormiente "Giorgio La Pira, Pozzallo e la Sicilia". Le pagine rinviano agli anni di "Gino" scolaro eppoi studente liceale e universitario e narrano del " bagaglio culturale e spirituale di cui si dotò in Sicilia il giovane La Pira ( e che) lo sosterrà per tutta la vita" (p. 64). La seconda a Torino, il 4 dicembre, dal titolo " Giovani oggi, la grande sfida educativa". Incontro al Santuario della Consolata con il card. Fernandez Artime, Rettore maggiore dei salesiani.
E ancora altri due eventi promossi dal Gruppo Abele. Lunedì 27 novembre l'incontro con F. Pallante, A. Algostino, T. Montanari e M. Revelli per discutere sulla situazione in Palestina e mercoledì 29 novembre M. Aime e F. Vietti dialogheranno sulla pace al confine della guerra attraverso la presentazione dei libri “Ucraina” People edizioni e “Confini. Realtà e invenzioni" Edizioni Gruppo Abele.
Infine si segnalano altri due testi: " Il futuro è decrescita- Guida per un mondo post-capitalista" di M. Schmelzer, A. Vetter, A. Vansintjan, Traduzione e cura di A. Rizzi. Postfazione di L. Mercalli, edito da Ledizioni e, di Giovanni Carbone, "L'Africa - Gli stati, la politica, i conflitti" editore Il Mulino.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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16/10/2023 |
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Amici e Simpatizzanti di Politica,
mi ero riproposta di imbastire questo preambolo agli inizi di settembre. Volevo accennare a ciò che era successo a Bardonecchia tra le ore 21/21,30 di domenica 13 agosto, festa del Patrono Sant'Ippolito, quando abitanti e turisti, fermi nei pressi della stazione dei Carabinieri, erano in attesa di ammirare i fuochi d'artificio. E, invece, tutto ad un tratto, si sono sentiti ordinare di allontanarsi immediatamente dalla zona. Da lì a breve infatti, non saranno stati trascorsi venti minuti, una bomba d'acqua, mista a fango e detriti si è scaraventata su quell'area del borgo montano dell'Alta val di Susa. Se l'allerta non avesse funzionato a dovere quel momento di festa si sarebbe ben presto trasformato in una tragedia che avrebbe dovuto fare i conti anche con la perdita di vite umane. La sindaca, Chiara Rossetti, la settimana dopo, in Chiesa, commossa, con la voce che a tratti si spezzava per l'emozione ha più volte ringraziato il Soccorso alpino, i Carabinieri, i Vigili del fuoco, la Protezione civile e la Croce rossa che con dedizione e competenza, tempestivamente e alacremente si erano attivati a lenire al massimo i disagi , nonché le associazioni di volontariato e le imprese del luogo, che prontamente messesi a disposizione, avevano permesso a residenti e villeggianti, di ritornare, nel giro di un paio di giorni, alla quasi normalità, eccezion fatta, naturalmente, per il centinaio di persone che era stato evacuato. Ancora una volta, perciò, avrei ribadito, considerato l'assetto idrogeologico e la fragilità morfologica di tutto il nostro territorio nazionale, l'importanza primaria da attribuire alla predisposizione e messa in atto effettiva e consona di piani di intervento adeguati a contrastare e mitigare i sempre più frequenti eventi calamitosi che il surriscaldamento globale comporta e causa. E quando non solo la temperatura, ma anche gli animi si riscaldano è più che facile che si verifichino disgrazie e aggressioni. Ed è proprio questo ciò che è avvenuto, una settimana fa, domani, sabato 14 ottobre, in quella parte martoriata di terra del mondo che, da quando ha quasi avuto inizio la Storia, è stata sempre oggetto di contese e guerre. Mi riferisco, com'è ovvio e neanche a dirlo, a quell'area della Palestina, attuale teatro di guerra aperta. Parlo del rave party nel deserto, organizzato il 6 ottobre vicino al kibbutz Re'im, poco lontano dal confine con Gaza, i cui partecipanti al ballo, centinaia e centinaia di ragazzi israeliani, all'alba di sabato 7, sono state vittime, se ne contano 200/250 e anche ostaggi, si parla di un centinaio, dell'incursione criminale ad opera di Hamas*. L'azione terroristica che è poi proseguita nel kibbutz e anche in quelli limitrofi con famiglie e bambini uccisi nel sonno, ha provocato la reazione dello Stato israeliano. Nella Città di Gaza, posta sotto assedio, si è scatenato l'inferno , tant'è che a oggi si parla di 1537 morti e 6612 feriti. Israele, il cui esercito e il servizio di intelligence sono stati presi alla sprovvista, ha immediatamente risposto. In modo cruento, ha sferrato il suo feroce attacco e ora si prepara a un'azione di invasione di terra, pur tuttavia anche se la legittima difesa è più che sacrosanta, non si possono ignorare a Gaza gli inermi civili, anche se fra quanti vi dimorano ve ne possono essere che hanno rapporti e collusioni con Hamas. La diplomazia è all'opera, come lo è nel conflitto russo-ucraino e in quell'altra area africana del Sahel di cui i media non parlano più. Il fuoco mai sopito tra le due popolazioni - appartenenti l'una allo Stato arabo, diventato e nominato, dopo la risoluzione delle Nazioni Unite, Stato della Palestina e l'altra allo Stato ebraico, Israele - ha continuato a covare sotto le ceneri. Malgrado gli accordi di Oslo del 1993 e la successiva creazione dell'Autorità nazionale palestinese ( ANP), istituita per il controllo nella striscia di Gaza e in Cisgiordania, il sogno di “due popoli, due Stati” è rimasto tale. Anzi, nel tempo, con le altre due intifade, avvenute nel 2000 e nel 2005 e succedutesi alla prima del 1987, nota come “Intifada delle pietre”, quel sogno sta dimostrando di essersi non solo incancrenito, ma, purtroppo, anche radicalizzato. Di fronte a tale scellerata evidenza il principio di realtà indica e impone, per addivenire a una concreta via di pace, come di recente ha anche suggerito il filosofo Umberto Galimberti, di non limitarsi ad avvalersi “dello Stato”, ma di ricorrere ad altro, perché ci vuole di più. Ci vuole fratellanza. Non sono bastevoli reazioni di difesa, strette di mano e accordi commerciali, specie questi ultimi che a volte si rivelano e dimostrano farlocchi. La vera pace esige che si pratichino altre gesta, altre azioni, che rinviano al principio di “fratellanza”, a cui tutti noi dovremmo fare riferimento in ogni luogo e in ogni circostanza, dalla più banale tensione familiare e, su a salire, fino a quelle che potrebbero trasformarsi in feroci e belliche incursioni militari. So bene che non si può semplificare un problema così complesso. Praticare e dar vita a una forma di buona volontà che educhi ad avere uno spirito rispettoso dell'altro, basato sulla benevolenza, dovrebbe e potrebbe portare ad apprezzare, e positivamente attivare, quel principio di fratellanza, quale possibile strada da percorrere e che tanto bene procura nell'aver cura e attenzione per il prossimo, vicino o lontano che sia. E non posso non ricordare, come raccoglie l'aneddotica - e non ho motivo di non credere, considerata la persona - un episodio intercorso all'interno di un intenso dibattito politico, durante una riunione del Consiglio dei ministri, quando forte fu la tensione tra Giorgio La Pira, ministro, e Alcide De Gasperi, presidente. Il primo si alzò e corse ad abbracciare l'altro....E' il momento, però ora , di ritornare a quel sano principio di realtà prima richiamato e quindi, partendo proprio dalla cura si propone un articolo dedicato alla salute come diritto universale, del costituzionalista Francesco Pallante, pubblicato su “saluteinternazionale.info”. A seguire l'intervento del nobel Giorgio Parisi sul clima e le guerre, avvenuto a Roma, presso il lago dell'ex Snia Viscosa, in occasione della presentazione del volume “Calcolo delle probabilità, un trattatello per principianti volenterosi” Zanichelli editore. Ancora un articolo di Marco Lavia, apparso su Linkiesta “ Un Parlamento di ragazzini. I partiti si dividono anche sulla condanna delle atrocità di Hamas”. E un altro pubblicato su Il fattoquotidiano.it “ Migranti, la Tunisia restituisce i soldi all'Europa e avverte continuate così e riveleremo verità che non sono nel vostro interesse”. Si propone l'intervista di Alessandro Di Bussolo al cardinale, teologo e biblista De Kesel in occasione della presentazione del suo primo libro, tradotto in italiano “Cristiani in un mondo che non lo è +” Libreria Editrice Vaticana editore e, infine, a conclusione, una comunicazione pervenuta e che volentieri estendiamo, su un percorso di formazione politica, proposto dalla scuola di formazione politica del PD metropolitano di Torino.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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13/08/2023 |
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Amici e Simpatizzanti di Politica,
l'era digitale in cui viviamo, così avvolgente e penetrante, può rivelarsi anche un bel grattacapo. Parto da questa o meglio da un suo comparto, l'Intelligenza Artificiale, chiedendomi quale peso e ruolo ha e avrà su di noi, miseri mortali, per il primo scritto che si propone in questa ultima news. Il tema sarà anche il file rouge del discorso di Papa Bergoglio del primo gennaio 2023, giorno dedicato alla pace. Parafrasando Pirandello, il problema è che nella vita s'incontrano molte maschere e pochi volti e l'epoca in cui viviamo certo non ci aiuta a fare il debito discernimento. Non ne siamo capaci o non intendiamo esporci, per paura delle conseguenze? Avevamo iniziato il primo direttivo, con il governo di Giorgia da poco insediato, programmando un'attenzione particolare al volto della nuova destra. Dopo circa 9 mesi non abbiamo accantonato il progetto e confidiamo nel fatto che, come in Spagna, dove i sondaggi davano vincente Vox, anche qui l'elettorato passivo italiano, alias noi, alla luce di quanto vede faccia, quando sarà il momento di votare, la propria parte. Il ruolo dell'informazione è importante, come lo sono le parole degli intellettuali. Una di queste significative presenze è stata indubbiamente Michela Murgia, scrittrice, opinionista e critica letteraria mancata l'altra sera, nella notte di San Lorenzo. Il suo ruolo attivo di donna di sinistra, in difesa della sua Sardegna e della Politica al femminile. Per l'attivismo femminista italiano di questi ultimi due decenni è stata, e lo continuerà ad essere, una singolare protagonista. Scritti, interviste e azioni, per incisività e chiarezza ne sono la dimostrata prova. Aveva 51 anni. Il secondo spunto è fornito da un appello, un libro e uno studio. L'appello è di Alex Zanotelli e riguarda un tema enorme: l'Africa. L'appello si intitola "Rompiamo il silenzio sull'Africa". E anche in questo nostro piccolo diretto contesto non si può non ricordare l'ultimo avvenimento lì avvenuto. Dal 26 luglio, con la destituzione del presidente Bazoum da parte del generale Tchiani, avvenuta il giorno 28, il Niger è salito alla ribalta della cronaca, perché rappresenta una vera e propria bomba ad orologeria. Questo Stato, anche dopo il 1958, quando la Francia ha concesso l'indipendenza alle sue Colonie, ha continuato, di fatto, a rimanere sotto la sfera dell'influenza francese. E lo è stato ancor più, dopo la scoperta, nel suo sottosuolo, dei giacimenti di uranio. Il Niger, dove stazionano numerose forze militari internazionali, è da tempo al centro dell'attenzione di analisti e osservatori mondiali per un paio di motivi. Il primo riguarda l'esodo migratorio, in quanto si è trasformato da paese di transito dei migranti dell'Africa subsahariana - provenienti in special modo dalla vicina Nigeria - e diretti in Libia e in Algeria, in uno dei paesi più ospitali del Sahel. Tuttavia, nonostante i giacimenti d'uranio, è uno dei paesi più poveri del mondo, soggetto a siccità e carestie. Il secondo motivo è la situazione dei paesi confinanti: infatti se in Nigeria, oltre alla presenza del gruppo Wagner, si riscontra un forte banditismo, colluso con lo jihadismo, anche il Ciad, il Burkina Faso e il Mali, sono tutti territori in cui attacchi terroristici di matrice islamica si sono verificati con una certa frequenza. Il 7 agosto è scaduto l'ultimatum che l'Ecowas - la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale- ha lanciato ai golpisti per la reintegrazione del destituito presidente Bazoum. Detta comunità riunitasi ad Abuja, in Nigeria, il 10 agosto, ha concluso la seduta con l'approvazione per un intervento militare sul Niger "il prima possibile". Il libro che Vi segnalo è di Roberto Bertoni e Marco Revelli: "La democrazia tradita. Dal G8 di Genova al governo Meloni: la pandemia antidemocratica che ha travolto l'Italia". Gli autori considerano il 2001, con l'uccisione, da parte della polizia, del giovane Carlo Giuliani, l'anno di svolta della nostra fragile democrazia, fragilità che è andata ad acuirsi non solo per l'incapacità della nostra classe dirigente, ma anche per nostra stessa colpa di cittadini disattenti. Infine lo studio da cui "dal confronto regolare tra diplomatici ed esperti nasce il progetto di Comunità italiana di Politica estera" è scaturito il testo " Geoeconomia e sicurezza: implicazioni e scelte per l'Italia", a cura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il risultato, compendiato in 35 pagine, consta dei seguenti 5 capitoli:
1) Il quadro macroeconomico 2023 e la volatilità strutturale,
2) La nuova geoeconomia,
3) Il fattore Cina tra economia e sicurezza,
4) Il ruolo degli Stati Uniti e la ricerca di un altro Washington Consensus,
5) Case Study e l'Italia come snodo energetico euromediterraneo per il gas naturale e lo sguardo verso l'Africa.
In ultimo, per non farci mancare proprio niente, è del 11 agosto, l'incontro tra governo e opposizione sul salario minimo. Come mesi addietro già ben si prevedeva, il contenuto sostanziale del confronto è stato rimandato… a settembre. L'unica novità è l'aggiunta di un terzo interlocutore: il Consiglio Nazionale di Economia e Lavoro (CNEL). Ma non faceva parte degli enti inutili che un referendum voleva abrogare?
Buon ferragosto.
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20/06/2023 |
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Amici e Simpatizzanti di Politica,
un uomo, nelle sue Esperienze pastorali, così scriveva: "Ogni anno si ripete la storia delle alluvioni, dei morti, delle famiglie disastrate, dei miliardi ingoiati dall'acqua, ogni anno a scadenza fissa. Non un problema di fondo è stato risolto.". Sono parole vergate da don Lorenzo Milani, il prete fiorentino, scomodo, dal pensiero radicale, nato da una famiglia ricca e facoltosa che a vent'anni si convertì al cristianesimo. Don Milani ai suoi ragazzi di Barbiana, attraverso il conosciuto e famoso testo "Lettera a una professoressa", con il suo cubitale I CARE, che troneggiava sulla porta di una scuola approntata, in una desolata Barbiana, dove non c'era né acqua, né luce, seppe dare parola a chi parola, fino a quel momento non possedeva.
Il ricordo che ne ha fatto l'economista Luigino Bruni a 100 anni dalla nascita, avvenuta il 27 maggio 1923, apparso su "lavialibera" il 29 maggio, con il titolo "Don Milani, critica al capitalismo" ci è parso il modo migliore per aprire questa newsletter.
La recente alluvione in Romagna da cui ieri, 17 giugno, è trascorso un mese dalla seconda fase e di cui (fermo restando il numero complessivo dei morti in tutta l 'Emilia Romagna tra i giorni 2 e 3 maggio e il 15 e 17 maggio, ammontato a 17), si contano danni, che al momento si stimano in più di 9 miliardi di euro, ci riporta, ahinoi, al tema annoso del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale. Se tutte le statistiche dimostrano che, per fortuna, pur nel disastro, il numero delle persone, vittime degli infausti eventi climatici, è contenuto, così non è per i costi economici. Le cifre sono così iperboliche che le compagnie di assicurazione, per far fronte ai rischi connessi a queste vicende estreme, definite "sinistri catastrofali", stanno correndo ai ripari nel modo più naturale e ovvio. L'aumento del costo delle polizze. Soldi, soldi, soldi. E cerchi magici, magici, magici. È forse questo anche uno dei motivi per cui in Romagna ancora non è stato nominato il commissario straordinario? Pare sempre la stessa solfa, trita e ritrita. E purtroppo è ciò che ci porta a non sperare più. O meglio è questo stato di cose che vorrebbe indurci a "non fare della speranza, una speranza vana". Ma irresistibilmente crediamo in quello che è stato il motto del pozzallese Giorgio La Pira, "Spes contra spem". E non vorremmo arrenderci, come purtroppo sta avvenendo ai troppi, mille volte troppi, appartenenti al popolo degli astenuti. Un'altra tragedia immane, il 14 giugno, di nuovo ha sorpreso chi, come noi, confida nella speranza. Il riferimento è al naufragio avvenuto a Pylos, sulle coste greche, con i suoi 70 e più morti accertati. Ma si parla di almeno 600 persone che avevano affrontato questo disgraziato viaggio. Una seconda Cutro. E anche di questo parliamo, proponendo l'articolo "Naufragio in Grecia. Le due versioni in contrasto", del corriere. it, pubblicato il 16 giugno.
Ma a dare una visione d'insieme, un momento di riflessione sui giorni che stiamo consumando, unitamente al nostro pianeta, è lo scritto di Mario Lavia. Pubblicato il giorno 11 giugno su "il riformista. it" ci ricorda la figura di Alain Touraine, scomparso il 9 giugno, all'età di 97 anni. L' intellettuale ed eminente sociologo francese ha impiegato tutta la sua lunga esistenza a scandagliare, a partire dal lavoro nelle fabbriche, le trasformazioni sociali che hanno investito lo scorso secolo e lo scorcio di quello attuale. E sempre a proposito di personalità che, nel bene e nel male, contribuiscono a lasciare un'orma su questo nostro piccolo mondo, si propone l'articolo del teologo Vito Mancuso, che, a partire dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, tratteggia i caratteri del berlusconismo, ovvero dell’infezione morale per cui si è passati dal “culto di Dio” al “culto dell’io”, pubblicato il 14 giugno su "La Stampa". Consapevoli e coscienti delle nostre forze, in vicinanza del prossimo riposo estivo e a conclusione di questo non facile periodo (non è stato toccato minimamente a che punto si è con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - PNRR), con lieve sospiro, desideriamo concludere e proporre l'articolo di Giorgio Merlo "Gli ex popolari nel Pd? Un ruolo ornamentale ", pubblicato su "huffingtonpost. it" il 5 giugno.
Nell'accomiatarmi, esprimo vicinanza da parte di noi tutti e sentito cordoglio a Romano Prodi, per la perdita improvvisa della moglie, Flavia Franzoni.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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24/04/2023 |
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Amici e Simpatizzanti di Politica,
in questa vigilia del 78 anno della liberazione dell'Italia non sognavo e immaginavo che mi sarei trovata a celebrare tale evento nel luogo e nel posto che è sicuramente il più caro tra quelli che mi porto nel cuore. Oggi 23 aprile, giornata mondiale del libro, sono stata al gazebo, allestito all'uopo per la prima volta, nella piazzetta del Municipio. E quando sono accanto ai libri succede sempre che mi si profila la medesima tristissima immagine. "Bucher Verbrennungen". I roghi dei libri. avvennero a Berlino, il 10 maggio 1933. In quel fuoco vennero bruciati 25 mila libri, perché ritenuti non in linea con lo spirito tedesco. Quell'immenso falò lo associo immancabilmente alla perdita della libertà. Dovranno passare esattamente 12 anni, e giungere al 9 maggio 1945, prima di poter assistere alla capitolazione e alla resa incondizionata della Germania nazista. Quanto sangue. E quanta morte. Il prezzo pagato per tutto l'orrore compiuto è stato salatissimo. Sembra un paradosso eppure capita che a quel pensiero, come fosse la cosa più naturale al mondo, si fa un respiro, si apre la bocca e si emettono suoni che hanno il sapore e il profumo del canto. È un canto antico, eppure sempre nuovo, laddove si lotta per la conquista e il ripristino della libertà. E si canta a più non posso il canto, l'inno della liberazione. Qui lo proponiamo in poche semplici vesti. La voce dell'iraniana Masha Imani che intona Bella ciao, l'articolo " Il rischio dell'oblio e della stanchezza della Memoria" di Daniele Valle, vice presidente del Consiglio Regionale e delegato Comitato Resistenza e Costituzione, e la recensione di Tommaso De Luca del libro di Carlo Greppi `Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo che salvò Primo "Laterza 2023. Lorenzo era un muratore fossanese che ad Auschwitz salvò Primo Levi portandogli da mangiare ogni giorno per 6 mesi. I due testi sono apparsi oggi, domenica 23 aprile, su La Voce e Il Tempo. Infine, a completamento, un altro richiamo che rinvia a una delle mille e più celebrazioni che si svolgeranno nelle piazze italiane. Qui, a Pozzallo, il percorso sarà molto breve, dal Municipio alla Ciazza, la Piazza delle Rimembranze, a ricordo di tutte le vittime di guerra. Nel piccolo corteo, presieduto dal Sindaco vi sarà anche la delegazione del Circolo "Vanni Rosa" dell'Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA), fondata da Sandro Pertini e Umberto Terracini. La formalizzazione della costituzione di questo Circolo pozzallese ANPPIA ha poco meno di tre anni e scaturisce dalla partecipazione nel 2019 a un Convegno dell'ANPPIA di Scicli sui fuoriusciti locali negli anni 1919/1921, tra cui si conta anche il giovane pozzallese Vanni Rosa. Nello stesso era emerso che la gran parte dei fuoriusciti locali trovavano ricovero molto spesso negli Stati Uniti. In quello stesso anno si celebro' anche il centenario dell'Associazione Pozzallesi d'America che fu molto attiva per le elezioni amministrative che avvennero nel 19 20 e videro, per la prima volta, la vittoria e costituzione di un'Amministrazione rossa a Pozzallo. Questa, a distanza di un anno, dovrà fare i conti con la repressione fascista verso i socialisti dell'area iblea. Nel giugno scorso, 2022, uno dei fondatori del Circolo Vanni Rosa, Nicola Colombo, viene eletto a far parte del Consiglio Nazionale ed è un collaboratore della rivista ANPPIA "L' Antifascista". Quest'anno si è adoperato, affinché una mostra dell'Associazione nazionale, itinerante in Sicilia , avesse un passaggio anche a Pozzallo. La cosa è avvenuta e ha visto nella settimana scorsa, dal 12 al 19 aprile, il coinvolgimento di alunni di terza media e delle prime classi delle Medie superiori. E proprio affinché si eviti il rischio dell'oblio iniziative, come quella poc'anzi richiamata, sono da incentivare e promuovere su tutto il territorio italiano.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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14/04/2023 |
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Amici e Simpatizzanti di Politica,
con l'augurio, in questo anno 2023, che in noi tutti possa aver luogo un significativo passaggio, questo vuol dire Pasqua, si propongono e presentano immagini, scritti poetici, un estratto di un articolo e una prossima iniziativa in Città che verrà completata dal canto.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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26/03/2023 |
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Amici e simpatizzanti di Politica,
marzo, il mese in corso, è sicuramente il mese del risveglio. Non soltanto la natura torna ad apparire nelle sue splendide fioriture, ma anche i cittadini, giovani e meno giovani, che ricoprano o no, cariche pubbliche, fanno capolino. E manifestano e, così facendo riempiono le piazze. E si rinasce. Sulle piazze che tornano a riempirsi si sofferma Concita De Gregorio nell'articolo "Le leader e le piazze ma sono i sindaci a guidare il fronte del rinnovamento" apparso su "la Repubblica" domenica 19 marzo. Donne decise si fronteggiano su temi che da decenni cavalcano l'onda. Al riguardo, la tragedia di Cutro, la strage dei bambini e dei minori - ne sono morti 34 su 88 vittime accertate- su quel barcone che cadeva a pezzi fra i flutti d'acqua di sale, è il penultimo esempio. A meno di una settimana dal 26 febbraio, giorno del naufragio, sulle coste libiche il mare di persone ne ha inghiottito altre trenta. Non si può fare a scaricabarile, la migrazione è e sarà sempre di più un fenomeno globale. Disperati del mare che fuggono da guerre, miseria e siccità, alla ricerca di un futuro migliore fatto di lavoro e dignità. Ma dov'è il lavoro? E come si sta modificando? Altro grande tema CHE I vari governi che si sono avvicendati, ancora non sono riusciti a prender per le corna. E intanto l'inflazione morde, tutto aumenta e acquistare casa, con i tassi dei mutui alle stelle per i giovani è diventato un sogno proibito. I giovani. Si vedono con il lanternino. Siamo il Paese più vecchio d'Europa. La campagna demografica che andava fatta fin dagli anni '80 e di cui bisognava parlare seriamente già allora è ancora lì che vagola. I bambini. Ne nascono sempre di meno e come se non bastasse alcuni, circa 10 mila in tutta Italia, hanno i loro problemi, che lo Stato italiano non riconosce come tali. Si tratta delle famiglie arcobaleno che sono scese in piazza a Milano lo scorso sabato 18 marzo. Queste famiglie rivendicano un loro riconoscimento ed essendo lo Stato sordo di fronte alle loro richieste i sindaci italiani hanno cercato di rimediare come meglio hanno potuto. Beninteso, sono solo alcuni, che all'interno del loro disbrigo amministrativo, hanno cercato e cercano di colmare i vuoti, come meglio si può, legati a questo o ad altri problemi di natura civica. C'è poi anche chi dissente da proposte di riforme, come quella presentata da Calderoli sull'autonomia differenziata, perché, scrive l'articolista: "È la secessione dei ricchi", così la descrive "Giuseppe Falcomata' sindaco sospeso di Reggio Calabria". De Gregorio , richiamando la stagione arancione dei sindaci, più avanti annota: "È vero che l'illusione del civismo in supplenza della politica ha ingannato molte volte". Pur tuttavia, ritornando alla protesta milanese, come dirà Chiara Appendino, in una trasmissione televisiva e presente alla manifestazione: "Ia proposta di regolamento europeo per il riconoscimento dei figli di coppie anche gay e l'adozione di un certificato europeo di filiazione, presentato e respinto in Senato non apriva le porte alla maternità surrogata, semplicemente si limitava a dare legittimità all'altro genitore". La società, i suoi vissuti sono in continuo divenire (è sempre stato così) noi, i giovani degli anni '70, le ricordiamo bene le manifestazioni di piazza sul finire degli anni '60. A partire dalle lotte per il diritto sul lavoro, per la sanità pubblica, per la scuola media dell' obbligo. E, a seguire le battaglie sostenute per l' accettazione del divorzio, per la legalizzazione dell'aborto. Erano le proteste che spingevano dal basso, perché come scrive l'autrice dell'articolo: "Sempre nella storia i cambiamenti nascono come si dice con un testacoda di senso, "dal basso"... Ma il sovrano di solito siede sul trono, nei disegni: lassù in alto, non in basso. Le parole sono importanti". Possono anche essere pietre, come recita il titolo del libro di Carlo Levi "Le parole sono pietre" e oggi, come allora il basso continuiamo ad esserlo noi, che non siamo i potenti, ma che possiamo esser potenza, come lo fu, a suo tempo, Franca Viola. La giovane alcamese, che, rifiutandosi di obbedire ad un matrimonio riparatore, portò davanti a un tribunale i suoi rapitori, rivendicando così, e non solo per se stessa, la libertà di intervenire sulle regole. E mentre le leader di cui sopra si mostrano molto determinate e agguerrite il casato politico appare invece alquanto scomposto e, fa male dirlo, spesso, finanche stucchevole.
Per finire si segnala l'imminente iniziativa della Consulta comunale femminile "Le donne nei conflitti" che avverrà lunedì 27 marzo alle ore 15,30 presso il Palazzo di Città e l'articolo di Vito Mancuso "Guerra e pace" pubblicato domenica 6 marzo su "La Stampa".
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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12/03/2023 |
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Amici e simpatizzanti di Politica,
un altro otto marzo è trascorso e, da tradizione, le donne sono state ricordate, festeggiate e riverite. Per chi come me si porta addosso, da poco sono ormai iniziate, quasi settanta primavere, l’otto marzo, vivaddio, dura 365 giorni. Ho una mia autonomia e indipendenza. Sono gratificata dal continuo amore che nutrono per me marito, figli (ah, cosa fa questa lingua italiana! Due sono femmine, mentre uno è maschio) e nipoti. Ultimo ma non ultimo, ho un santo Timor di Dio. Non mi appartiene il timore che nasce dalla sudditanza, bensì ho l'altro, quello che deriva dall'aver rispetto, fiducia e speranza verso un'entità altra, in cui credo, a cui mi affido e in cui confido. Non la faccio lunga, ma oggi più che mai abbiamo bisogno di dolci presenze, in grado di placare le nostre ansie e i tanti innumerevoli problemi. Fra queste, piaccia o meno, con i tempi attuali non si possono non inserire le donne, strane creature, capaci, nel bene e nel male, di affrontare di tutto. Sono indispensabili in ogni casa per via della cura che si sforzano di riporre in ogni cosa. Per non parlare dell'apporto che danno nelle campagne, dalla più piccola alla più vasta, smentendo ormai da tempo l'adagio "chi dice donna dice danno". All'interno di ogni istituto, sia esso economico, sociale, politico si prendono cura e carico su quanto sia il da farsi. Si occupano della salute delle persone, prestano attenzione alle acque che circondano le terre e si battono per un mondo migliore, con abnegazione e determinazione. Sì, è vero, ci sono anche le eccezioni, ma chi in questo mondo è perfetto? Alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbiamo già rivolto l'augurio di buon operato. Ora è arrivato anche il momento di porgere gli auguri a un'altra donna, Elli Schlein, chiamata a ricoprire, e per la prima volta nella storia del Partito democratico, la carica al vertice. Ringrazio in anticipo la segreteria del Pd se si vorrà occupare di una piccolissima questione. Alle primarie del 26 febbraio non ho potuto partecipare, perché fino al 25 contavo di rientrare a casa a Torino. Sono rimasta invece in quel di Pozzallo, dove l 'Addolorata e la Torre si portano nel cuore in qualsiasi parte del globo si trovino i pozzallesi. Sono stata con mia madre, mammetta tinta, così ormai scherzosamente la chiamo, che da 5 giorni - siamo al 10 marzo - è entrata nel suo centesimo anno e a cui va molta della mia riconoscenza, per essere quella che sono. Dunque cara Elli, hai avuto un voto in meno. Alle prossime primarie, però, si potrebbe fare in modo che possano votare i regolarmente iscritti al partito, impossibilitati all'iscrizione on line, anche se fuori sede, previa identificazione, come succede per i militari? Rinnovo il mio grazie. E nello scusarmi per il refuso nel precedente preambolo su Gennaro Sangiuliano, ministro per la Cultura, e non per l'Istruzione e il Merito, propongo alcune letture. Sono poche ma dense. La prima è la lettura del libro di Luigi Berzano "Senza più la domenica. Viaggio nella spiritualità secolarizzata" Effata' Editrice, la seconda la lirica di Alda Merini "Sorridi donna", la terza "La donna sua è mobile", ironica poesia del cieco di Adria, al secolo, Luigi Groto, nato nel 1541, e, per finire, la quarta, di Edoardo Sanguineti, "La ballata delle donne".
E con Mafalda a tutte le donne i nostri più sentiti auguri.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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22/01/2023 |
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Amici e simpatizzanti di Politica,
sabato scorso, il 14 gennaio, alla kermesse di FdI svoltasi a Milano a Palazzo Lombardia, il ministro all'istruzione Sangiuliano ha detto: "...la destra ha una grandissima cultura, il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese è stato Dante Alighieri per la sua visione dell'umano e delle relazioni interpersonali e anche per la sua costruzione politica profondamente di destra… " . In merito non esprimo alcun commento, perché in questa news troverete le considerazioni di Gianna Montanari la quale rinvia alle osservazioni di Stefano Jossa e che potrete leggere attraverso l'allegato link. Non è per un atteggiamento pregiudizialmente guardingo nei confronti del mondo destrorso della destra o perché intendo gufare verso esso, ma non posso non ricordare che sabato 27 c. m. verrà celebrata la "giornata della memoria". Per ricordarla, non potendo produrre direttamente una scheda, è presentata la recensione dell'ultimo libro di Elisabetta Rasy "Dio ci vuole felici. Etty Hillesum o della giovinezza" ed. Mondadori. L'autrice tratteggia la figura dell'ebrea olandese morta ad Auschwitz. Il libro merita di essere letto oltre per il motivo ricordato poco sopra, anche per il modo con cui la protagonista ha vissuto la propria esistenza. Tale conoscenza, in questo periglioso tempo, permetterà, forse, a chi legge la Rasy, di affrontare la propria vita con più forza e, per chi ne ha la costanza, di praticare l'esercizio dell'introspezione e del discernimento interiore. L'autrice infatti nell'intrecciare la vita di Etty con quella di altre giovani donne straordinarie quali furono Edith Stein, Simone Weil, Micol Finzi Contini, finisce anche con l'indagare su se stessa… E dato che è bello e piacevole non farsi mancare nulla si ritiene che la lettura, ( anche per questo libro, purtroppo si propone non una scheda, ma una recensione) del libro di Raniero La Valle "Lievitani, dov'è la vittoria? Tornino i volti, disimparare l'arte della guerra" ed. Emi, possa essere fonte di ulteriore proficua riflessione.
Nel congedarmi,essendo ad inizio anno, corre l'obbligo ricordare a voi tutti, soci e simpatizzanti, il contributo annuale, che, come sempre, sarà gradito. Il codice iban lo trovate nell'home page del sito, ma non guasta richiamarlo una volta in più
IT 98B36772223000EM000370127
Grazie.
Con stima e simpatia
Adriana Vindigni
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